Ho 38 anni e non sono ancora in grado di tollerare la morte, sempre che ci sia un’età in cui si riesce a gestirla in qualche modo. Ti svegli la mattina e come accendi la televisione, non c’è un giorno in cui non si parli di una strage, di un attentato, di un incidente, di una qualche donna ammazzata per amore, storie tutte distanti da te, che ti fanno pensare, ti fanno piangere, ti fanno incazzare, poi dopo un pò passa. Ci sono delle morti che mi restano in testa più di altre, per la loro crudezza, per la sofferenza subita, le leggo e immagino il dolore, la paura, la paura ecco quella dei momenti in cui non sai che fare, quella paura che fortunatamente ho incontrato solo nei miei incubi e ne faccio di incubi, la velocità con cui si passa da vivi a morti e quelle completamente assurde.
Malattie che pensi nel 2016 si possano sconfiggere e invece no, quella malattia subdola che ti fa sperare di guarire, perchè recede e poi ritorna e quando ritorna si sa come va poi a finire. Qualcuno che è entrato a far parte della tua vita, non è famiglia, non puoi chiamarlo amico/amica, è una conoscenza ma una conoscenza che comunque ha lasciato un segno e allora pensi al dolore che la sua famiglia sta vivendo e vivrà nei giorni e mesi futuri e pensi…pensi e speri egoisticamente che a te non accada, che chiunque dei tuoi cari debba morire che sia nel sonno, nel sonno sì il modo più dolce ed indolore, perchè la sofferenza è forse quella la cosa che ci fa più male, sapere che la persona a noi cara soffra e non possiamo fare nulla e invece sembra che manco questa opzione ci viene concessa.
Il vuoto, l’assenza, la mancanza di poter dire “senti ma dove ho messo….” la quotidianità che spesso tanto ci spaventa da oggi non si avrà più il tempo di dire o fare niente, passare il resto dei tuoi giorni fin quando ci si rivede senza poter parlare, discuture, bere un caffè con quella persona…la famosa eternità!