Ogni volta il tempo vola, letteralmente svanisce e mi lascia con un vuoto da colmare, che ormai ci mette molto più tempo di prima. Che il tempo sia volatile è cosa nota, ma quando vivi altrove, quando fai parte di quella nuova generazione di “emigranti”, volontariamente ma anche per cause di forza maggiore, il tempo e il suo trascorrere, per te sono come le ore del malato! Sì magari è un pò forte ma è così. C’è un’attesa lunghissima ogni volta, una programmazione e soprattutto si pianifica per bene, in modo tale da poter sfruttarlo il più possibile ma anche facendo modo che i giorni di ferie effettivi siano dimezzati dai giornioff. L’attesa è lunga e sembra metterci sempre una vita, poi quando il giorno della partenza arriva, come nei cartoni si gira la pagina direttamente alla fine.
E’ un dolore che si rinnova ogni volta, ogni volta faccio finta di nulla, ci provo almeno perchè “tu sei forte, tu sei una che va e viene e parte e ritorna, sei una donna moderna” e lasciamoglielo credere, forse è meglio così per loro e per me. Perchè la verità la so solo io, io e basta!
A volte a parlarne mi sembra di perdere solo tempo, ti senti dare consigli da chi il suo culo non lo ha mai spostato per più di un limitato tempo, quello delle vacanze e non sà nè come si viva nè tanto meno cosa si provi, però consiglia, io ascolto, sorrido e tengo per me il mio pensiero, lo faccio raramente ma è meglio così. Lo so in fondo ho scelto io questa strada, sicchè dovrei non lamentarmi, e fondamentalmente cerco di trovare il positivo in tutto è solo spesso non và. Mi racconto la favola del tutto è ok, del sono comunque vicina, torno a casa quando e come voglio, conosco pro e i contro , della mia scelta, anche se allora non avevo pianificato il tempo, non pensavo potesse diventare così lungo eppure si è allungato a dismisura. La maledico la scelta, sì, la maledico, perchè vedo tutto in una prospettiva e con il binocolo, sembra tutto vicino invece è lontano, si è aggiunta persino la “paura” e questo è il male maggiore. Io non ho mai avuto paura, in qualsiasi cirocastanza l’adrenalina mi tirava su e mi faceva reagire e adesso arriva la paura con gli effetti collaterali, che riconosco e che non voglio prendano il sopravvento.
Quando torno a casa è un correre e correre per racchiudere in pochi giorni, anni, non è facile, sono un’equilibrista sulla corda del passato, abile schiava delle mie emozioni…
Voglio darmi delle regole per assomigliare a te, non mi voglio vulnerabile alla tua mercè ho bisogno di un codice ed anche di un perchè. Vivo un equilibrio instabile colleziono illusioni in questa vita così labile io sono le mie canzoni…Sono un lusso una contraddizione, sono il popolo e il re, sono servo e signore,il baro ed il croupier
Cerco di recuperare quello che ho perso, cerco di mettere insieme i momenti per poterne fare delle polaroid da portare nella mia testa, respiro gli odori e i profumi per far si che restino bene impressi. Se chiudo gli occhi vedo ogni centimetro di casa, di strada, di quartiere, spero sempre che mi sia concesso più tempo, che le persone alle quali voglio bene diventino stranamente “immortali”, sogno in poche parole perchè sò che non sarà così, so che posso ricevere notizie non piacevoli nel giro di poco tempo, vedo oltre quello che mi è concesso sapere sarà la pazzia!
Eppure sono stata sempre coraggiosa, fatto e disfatto con incoscienza più che cono ponderate decisioni a volte, il sesto senso, il famoso bivio e la strada da prendere. Non so a chi affidarmi a volte, parlo da sola e sì come i matti, parlo da sola perchè affido le parole al vento a qualcuno dovranno pur arrivare, qualcosa dovrà darmi quella spinta finale.
Questa volta nella scatola ho messo, il profumo di nuovo e di bimbo di mia nipote, Emma, quel miracolo della natura e della vita, la guardavo dormire, ci sarei rimasta anche per sempre così a vegliare quella cosina piccola, agitarsi nel sonno, sorridere, persa magari in sogni fatti di valli di latte e carillon. Gli occhi e la tristezza velata di una donna di 85 anni che per me è stata una seconda madre, una tata, una nonna, tutta la mia vita anche ora a 35 l’unico pezzo legato al mio passato che ancora mi resta, la gioia di mia madre e il suo amore per essere stata questa settimana sola con lei, dandole tutto il mio tempo, facendo quelle cose che facevamo prima, gli abbracci di mio padre e il suo senso di vuoto, una tristezza che è scesa su di lui anni fa, non da quando io sono partita, ma da quando suo fratello è morto! Mio fratello, sangue del mio sangue, la persona che amo con tutto il mio cuore, che vorrei vedere felice, serena, rilassata mentre invece purtroppo non lo è, a parte quando tiene Emma abbarbicata fra le sue braccia, e lei dorme beata, allora rivedeo “mio fratello”.
Le mie preghiere posso ritenerle ascoltate perchè tutti sono in salute e questo è quello che conta di più. Cosa vorrei? Vorrei solo ritrovare me stessa e la mia serenità che al momento è sospesa da qualche parte e io non la trovo tantomeno riesco a vederla o percepirla!